Le figure ritmiche – Lezione di Solfeggio 6

I suoni possono avere una durata variabile, cioè possono essere più lunghi o più corti.
E come si fa a capire quando un suono è corto o lungo?
Attraverso la figura ritmiche rappresentata dalla nota, in quanto ogni nota, quindi sia un do o un re (o un mi, un fa, etc..) possono avere durate diverse e quindi ad esempio un re può avere una figura ritmica diversa.

Nel seguente schema sono rappresentate tutte le figure ritmiche in uso, in quanto ne esistono anche delle altre che però non sono più utilizzate ormai da tempo.

Come potete osservare dalle durate di tutte le figure ritmiche espresse con le frazioni, dalla breve alla fusa c’è sempre un rapporto di metà e ovviamente se invece consideriamo dalla fusa alla breve c’è sempre un rapporto di doppio.
Inoltre possiamo dire che la breve e la fusa sono due figure ritmiche meno utilizzate, specialmente la fusa.

Se hai potuto fare l’esempio dell’albero delle note allora posso scrivere anche questo:
Con lo schema appena sopra abbiamo voluto rappresentare i rapporti di grandezza tra alcune fra le varie figure ritmiche (nell’esempio dalla semibreve alla biscroma), infatti come potete notare si evidenzia che:
-in una semibreve sono contenute 2 minime
-in una minima sono contenute 2 semiminime
-etc…
Ma anche che:
-in una semibreve sono contenute 4 semiminime
-in una minima sono contenute 4 crome
-etc…

In questo modo potrete svolgere tutti i paragoni di valore fra tutte le figure ritmiche.

Vi proponiamo un esercizio utile alla memorizzazione delle nozioni spiegate: allenarsi a disegnare le figure ritmiche scrivendo accanto il relativo nome e valore.

Per assimilare al meglio queste importanti nozioni ti invito a vedere il video e se ancora non lo hai fatto iscriviti al nostro canale youtube.

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